Descrizione del quadro

Nel dipinto vediamo un connubio surreale di edifici e volti, che si fondono in un unico, magico paesaggio. I colori sono delicati, dominano i pastelli: rosa cipria, azzurro, beige caldo. Tutto sembra fluire, come inchiostro un tempo versato su un foglio. La composizione è verticale, il che conferisce una sensazione di levitazione. È come un sogno che lentamente entra nel giorno. Il modo in cui l’artista mescola gli elementi richiama un gioco con la forma e la compenetrazione dei piani tipica del cubismo. La tecnica dell’acquerello fa sì che l’insieme appaia sottile, quasi effimero. Il dipinto emana calma e malinconia. I volti che emergono dalle case scrutano l’osservatore con un segreto sospeso. È come dire: «Ecco, abbiamo il nostro posto». Si avverte qui una nota di nostalgia. Forse persino una lieve inquietudine. Per alcuni è un promemoria che realtà e immaginazione procedono fianco a fianco. Altri saranno toccati dal pensiero di case colme di ricordi. Un bambino di 7 anni potrebbe dire: «È una città strana che mi parla!» L’opera invita a interrogarsi sul senso della vita. L’artista lavora con linee delicate che, in modo magico, si trasformano in finestre e occhi. La maestria artistica è visibile in ogni pennellata. È un dipinto che non solo si guarda, ma si sente. Magia. Attrae e lascia con una riflessione a lungo dopo aver distolto lo sguardo.