Descrizione del quadro

Nel dipinto domina una misteriosa tavolozza di verdi scuri e blu, dalla quale emerge una figura enorme che ricorda un uccello o una strana creatura. Il suo grande occhio rotondo guarda lontano e il grande becco nero contrasta con il corpo rosato. Accanto ad essa pullula di esserini più piccoli, dalla forma caotica, che sembrano danzare o restare sospesi nell’aria. Queste piccole creature, come se fossero tessute di piume e macchie colorate, aggiungono un po’ di colore all’intera composizione. C’è in tutto ciò una certa “stranezza”, come se l’intera scena facesse parte di un sogno o di un’illusione. L’atmosfera è densa, misteriosa, un po’ surreale. Ti senti come un bambino che si è perso in una foresta piena di strani, sconosciuti abitanti. L’artista usa tecniche che ricordano una miscela di olio e acquerello, creando morbidi passaggi tra colori e texture. C’è qualcosa di spontaneo, ma al tempo stesso controllato. Il dipinto suscita sentimenti contrastanti, dalla curiosità a una certa inquietudine. Non è del tutto chiaro che cosa facciano queste creature, se dovremmo averne paura o provare compassione per loro. “Sembra una fiaba in cui tutto è al contrario”, direbbe un bambino di sette anni. Forse è un ritratto della solitudine, o forse semplicemente un caos artistico che ognuno interpreta a modo suo. Guardando quest’opera, ti chiedi che cosa abbia ispirato l’autore. Forse è una storia personale di smarrimento o l’espressione di una rivolta interiore. In ogni caso, è difficile distogliere lo sguardo.